L’evento ha preso lo spunto dalla 1° raccolta della produzione di lavanda e rosmarino, destinati alla distillazione di oli essenziali, della country house “La Scentella” di Petritoli. In mezzo ai 5000 metri di terra destinati alla produzione di queste piantine, inebriati dalla gradevole fragranza, si sono esercitati, armati di forbici, una ventina di persone, per lo più turisti stranieri e italiani provenienti dall’agriturismo La Casa degli Gnomi di Ortezzano e dalla country house ospitante.
Ben più numeroso era diventato il gruppo la sera alla cena tematica a base di cibi con lavanda e rosmarino. Sotto la supervisione attenta e competente dello straordinario chef Giampiero Giommarini del ristorante “I Piceni” di Ortezzano, Roberto Ferretti e il vulcanico Geremia Vagnoni, proprietario della Casa degli Gnomi, con la sua graziosa famiglia, aiutati dagli improvvisati cuochi, stranieri e italiani, hanno preparato la cena per la cinquantina di ospiti che hanno potuto gustare le cozze al rosmarino, il risotto alla lavanda, il coniglio con verdure alla lavanda e rosmarino e, infine, preparati dalla “Amica della Scentella” Anna Maria Heiling, i fragranti biscotti alla lavanda.
Il tutto innaffiato da ottimi vini offerti da produttori della Valdaso.
Una nota di Roberto Ferretti, Presidente “Wig Wam Club Agritur-Aso”.
La “Lavanda’s day” è stata una manifestazione interessante al di là del tema più o meno originale. Il principale motivo di interesse è da attribuire, a mio parere, al tipo di partecipazione che si e’ andato configurando in una forma, tra l’altro, molto spontanea.
Due strutture turistiche della media valle dell’Aso, La Scentella e La Casa degli Gnomi, hanno proposto ai loro ospiti ed ai loro amici un momento di incontro tra persone di diversa nazionalità e cultura da vivere con allegria e distensione. E’ stato stupendo vedere la signora di Berlino armeggiare con le forbici per la raccolta di lavanda o il simpaticissimo avvocato di Liegi alle prese con le pentole in cucina assieme ad amici italiani.
Ugualmente straordinaria è stata la “fusione” per una giornata di due agriturismi che hanno messo insieme le loro risorse per creare un momento di accoglienza gradevole e particolare. Non so se esperienze di questo tipo sono diffuse nell’ambito del turismo rurale della nostra zona. Spero vivamente di sì. Questo tipo di accoglienza può essere un modo di fare “sistema” senza grosso clamore, semplicemente attingendo alla saggezza dei nostri padri, protagonisti della civiltà contadina delle nostre terre, che si erano inventati, per necessità e per divertimento, “Lu ‘rrajutu”, cioè l’aiuto reciproco, che rappresenta una delle manifestazioni solidaristiche più belle e che merita, se non altro, almeno una riflessione da parte di tutti gli operatori turistici rurali che si sono incamminati su questa avventura.