Monte Sibilla: Escursione verso la Grotta della Maga

Monte Sibilla: Escursione verso la Grotta della Maga

Percorso: Dal Rifugio Sibilla verso la cima del Monte Sibilla, il sentiero che passa per il monte Zampa e la strada verso Cima Vallelunga

DESCRIZIONE DEL MONTE SIBILLA

monte_sibillaIl Monte Sibilla è la cima che dà il nome a tutta la catena dei Monti Sibillini e deve il suo alone di mistero alla leggenda della maga/fata/strega (ognuno la definisca come crede) che viveva nella grotta che si trova nei pressi della cima (la cima è posta a 2173 metri).

A partire dai primi anni del 1400 Andrea da Barberino ha contribuito a diffondere la leggenda attraverso la sua opera “Il Guerrin Meschino” divenuta in pochi anni uno dei romanzi piu’ conosciuti dell’epoca. E’ la storia di un cavaliere errante che finì per vivere un anno nella grotta della Sibilla tentando con tutte le sue forze di resistere alle innumerevoli tentazioni del luogo.

Di altro tipo i racconti del Francese Antoine de la Sale che il 18 Maggio del 1420 scalò la cima del Monte Sibilla partendo da Montemonaco. Il suo libro dal titolo “LE PARADIS DE LA REINE SIBYLLE” (Il paradiso della Regina Sibilla) raccoglie dettagli molto importanti sulla morfologia della zona e sulle attività degli abitanti del quindicesimo secolo. La sua esperienza costituisce quindi uno straordinario documento dal punto di vista naturalistico e storico se pensiamo che nella maggior parte dei casi le notizie relative alla zona sono state tramandate oralmente con tutto ciò che ne consegue a livello di precisione.

sfregio_forma_zeta_monte_sibillaAl giorno d’oggi (questo articolo è stato scritto nel Giugno 2005) le vie per raggiungere la vetta della Sibilla sono senza dubbio piu’ semplici e meno misteriose ma nulla viene tolto alla bellezza del luogo che nel versante che riguarda la gola dell’Infernaccio, con vista sul Monte Priora, rimane pressoché immutata. Nota dolente è invece il versante del Monte Sibilla rivolto verso Montemonaco. Purtroppo una serie di lavori a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 sono riusciti a lasciare un segno indelebile e decisamente inopportuno allo scopo di aprire una strada che avrebbe dovuto agevolare la vita dei dei turisti… La strada non è mai entrata in funzione e termina, abbandonata a se stessa, a pochi decine di metri dalla vetta. Uno dei più incredibili ed inutili scempi ambientali pensati, progettati e realizzati per mano dell’uomo.

COME ARRIVARE AL MONTE SIBILLA

bivio_verso_rifugio_sibillaArrivati a Montemonaco si svolta, scendendo, verso Isola San Biagio, e dopo circa 1 km si esce da un fitto boschetto aprendo la vista al Monte Sibilla con tanto di evidente ferita a forma di “Z”. Si svolta a destra e poi, dopo un altro km circa, in salita, si arriva ad un bivio dove si legge un evidente cartello che ci indica la sinistra per salire al Rifugio Sibilla a quota 1540 metri.
Da qui si percorrono quasi 5 km di strada non asfaltata che ci costringe ad una serie infinita di tornanti. E’ molto larga e abbastanza ben tenuta. Dopo qualche minuto siamo al Rifugio Sibilla, il tragitto in macchina è terminato, qui si parcheggia e ci si prepara per cominciare la vera e propria escursione.
Dal Rifugio Sibilla è possibile prendere due percorsi ben distinti, il primo è quello che forma la “ferita” a forma di zeta sul monte Sibilla (strada larga, comoda, semplice anche se piu’ lunga), il secondo è quello che sale direttamente sulla cresta della catena montuosa e si apre, dopo poche centinaia di metri, sulla gola dell’Infernaccio all’altezza del monte Zampa.

PERCORSO NUMERO 1: LA STRADA SUL MONTE SIBILLA (ferita a forma di zeta)

grotta_della_sibillaCominciamo col dire che questo è il percorso verosimilmente piu’ comodo in quanto si passa su una ampia strada letteralmente scolpita nella roccia del Monte Sibilla che, nei progetti delle amministrazioni locali passate, avrebbe dovuto ospitare il traffico automobilistico verso Frontignano. Il percorso si sviluppa salendo gradualmente su strada non asfaltata che saltuariamente presenta i segni di qualche piccola frana e della caduta di qualche masso. Nulla di preoccupante tanto che non è raro vedere anche delle Mountain Bike salire o scendere per questo versante.
Dopo circa 30 minuti di viaggio si incontra, sulla propria sinistra, il rifugio della Banditella. Il rifugio non è gestito ed è parecchio in disordine ma può essere utilizzato per ripararsi da eventuali ed improvvisi rovesci meteorologici. Vista l’estrema vicinanza con il punto di partenza (Rifugio Sibilla) è improbabile approfittare per fermarsi o per riposarsi. Va segnalato che è sprovvisto di ogni genere di conforto, di servizi igienici e che la fonte a trocche, visibile anche da lontano, non è attiva. Evitate la delusione di arrivarci nel caso vi serva dell’acqua.Lasciandosi alle spalle il Rifugio della Banditella si continua a salire con i soliti tornanti aprendosi il panorama sul versante del Monte Lieto e sulla splendida vallata che da’ origine al paese di Foce. monte_sibilla_la_cimaLa vista da questo punto è particolarmente gratificante dal momento che è possibile osservare in un solo colpo tutto il percorso che da Foce arriva sul Lago di Pilato (seminascosto). Visibile tutta la catena montuosa intorno al Monte Vettore con ampia vegetagetazione fino quasi alle rispettive creste. In una giornata di sole e buona luce è possibile godere di panorami gratificanti ed è bene arrivare attrezzati con del materiale fotografico, è una zona perfetta per fare cartoline.
Girandosi verso Montemonaco e la val D’aso è possibile scorgere in lontananza il verde rubìno del Lago di Gerosa e tutte le sfumature di colore tipiche delle colline Ascolane.
A questo punto la cima del Sibilla è ben visibile anche dal basso ed oggettivamente non si è molto lontani in linea d’aria anche se il percorso non ci porterà direttamente alla meta ma esattamente nel mezzo tra Cima vallelunga e la vetta del Monte Sibilla.
La strada bianca termina e siamo prossimi alla cresta, qui finisce il percorso comodo e si sale per pochi metri sull’erba fino ad arrivare a scoprire il versante opposto, ossia la meravigliosa apertura naturale, scavata pazientemente dalle acque torrentizie nel corso di milioni di anni, conosciuta col celebre nome di “Gola dell’Infernaccio”.
Il panorama è unico. Siamo circondati a distanza dalla catena del Monte Vettore (versante Aso) e quella del Monte Priora (versante Tenna), un posto privilegiato per osservare contemporaneamente le vallate che danno origine ai 2 fiumi Aso e Tenna che hanno avuto importanza storica nel determinare lo sviluppo del territorio della provincia nord di Ascoli Piceno ora divenuta principalmente provincia di Fermo.
rifugio_sibillaPer qualche minuto avrete voglia di soffermarvi su questi panorami e di scattare qualche foto ricordo. La vetta del Monte Sibilla non è lontana ma bisogna ancora camminare lungo la cresta tornando indietro rispetto alla direzione della strada appena lasciata.
Da qui in poi si camminerà sempre in cima e quindi si sarà costantemente esposti alle folate di vento che, ve ne accorgerete presto, possono arrivare improvvisamente. In tal senso bisogna raccomandare molta attenzione agli escursionisti perché se è vero che finchè si sale si è coperti dalla montagna stessa, una volta giunti in cima le condizioni possono cambiare repentinamente. Nel caso di vento particolarmente forte è consigliabile abbassarsi di qualche metro e camminare sull’erba (a tratti su sentieri piu’ o meno evidenti) per evitare rischi di qualunque tipo. Nelle giornate piu’ serene si può tranquillamente camminare sulla cresta per non perdersi nulla del maestosa vista sui Monti Sibillini ammesso che non soffriate di vertigini o abbiate paura del vuoto. Il tratto che da Vallelunga porta alla cima del Monte Sibilla è particolarmente stretto (si allargherà dopo la vetta) e potrebbe tradire i meno abituati a questi panorami.
La vetta del Monte Sibilla non è lo sperone che vi troverte subito di fronte ma quello successivo dove troverete una targa su pietra con scritta in rosso “Alt. M 2173 Sibilla”, siete in cima.

panorama_monte_sibilla_direzione_umbriaDa questo momento il percorso si allarga decisamente divenendo di colpo molto piu’ semplice e rassicurante. Dopo essere passati accanti a delle croci alla memoria si scende di qualche metro e si arriva ad un cumulo di rocce e resti di legname che, udite udite, è ciò che rimane della famosa Grotta dell Sibilla. Non aspettatevi granchè dalla grotta (o presunta tale), non è accessibile ed è stata rovinata da inopportuni interventi di improvvisati speleologi armati di esplosivi. Purtroppo le uniche testimonianze scritte di come si presentasse questa grotta prima di essere ostruita sono quelle di Antoine de la Sale del 1420…
Il percorso prosegue, in discesa, e ci costringe all’unico passaggio impegnativo (per modo di dire) di tutta l’escursione. Si tratta infatti di scendere attraverso una scalinata di rocce alte complessivamente 4 o 5 metri, è la corona del Monte Sibilla visibile anche a distanza e che caratterizza la montagna. Non è assolutamente complicato scendere o salire da quel punto ma chi volesse può approfittare di una corda fissa utile come sostegno. In alcune guide troverete il consiglio di “diffidare della corda fissa” ma è riferito ad una vecchia ed insicura corda metallica che ora è stata rimossa. Fidatevi quindi di quella che c’è adesso, ve lo scrive chi ci è passato recentemente 😉
Dalla corona in poi il tragitto è semplice e scende, tra leggere ondulazioni, fino alla cima del Monte Zampa che fa anche da punto di riferimento per cambiare rotta e scendere decisamente verso il rifugio Sibilla e tornare al punto di partenza. Il sentiero in questione è dapprima scarsamente evidente salvo poi delinearsi gradualmente e diventare una vera e propria stradina bianca nei pressi del rifugio.
Prima di scendere è bene osservare per l’ultima volta il panorama offerto dal percorso nel quale non sfuggirà, molto in basso, l’eremo di San Leonardo costruito da Padre Pietro Lavini in luogo di una vecchia chiesa ormai in rovina. Siamo a circa 1500 metri in linea d’aria dall’Eremo e la vista sulla gola dell’Infernaccio è particolarmente affascinante.

PERCORSO NUMERO 2: Passeggiata lungo la cresta a partire dal Monte Zampa verso la Vetta della Sibilla
sentiero_verso_monte_zampaE’ il percorso inverso a quello descritto in precedenza. E’ piu’ corto e permette, dopo poche decine di minuti dalla partenza, di affacciarsi sul Monte Zampa per godere sin da subito del panorama sulla gola dell’Infernaccio e sul Monte Priora. Si prosegue a sinistra per l’ampio percorso erboso salendo dolcemente fino al Monte Sibilla sempre visibile in lontananza.
Non presenta particolari difficoltà se non all’altezza della corona che dà accesso alla cima e che si supera scalando gradoni di rocce per 4-5 metri magari appoggiandosi alla corda fissa.
E’ possibile realizzare un itinerario ad anello per unire i due percorsi e scendere dalla direzione opposta dalla quale si è saliti.

 

CONCLUSIONI SUGLI ITINERARI

Si tratta di uno dei piu’ bei itinerari deglla catena dei Monti Sibillini visto che si aprono panorami sulle vallate e sulle cime piu’ suggestive della zona. I percorsi sono piuttosto agevoli e per la maggior parte privi di rischi (almeno durante le belle giornate). Non dimenticherete presto la splendida vista su Foce di montemonaco, sui canaloni che danno origine al Lago di Pilato, sul monte Vettore, sul Priora e sullo strapiombo che conduce alla Gola dell’Infernaccio.

Gran parte del materiale è stato gentilmente concesso dall’Agriturismo Fiore di Campo

Vacanze al Parco Naturale dei Monti Sibillini

Vacanze: Agriturismo e Parco Nazionale

L’agriturismo La Casa degli Gnomi è sito ad Ortezzano, immerso tra le Colline Marchigiane con ampia vista sui Monti Sibillini.
Il Parco Naturale dei Monti Sibillini dista appena 30 minuti e si raggiunge attraverso la strada strada Valdaso che congiunge Pedaso a Comunanza. Da li si possono scegliere vari percorsi.Parco Naturale Monti Sibillini Castelluccio

Il Parco Naturale dei Monti Sibillini

Il Parco Naturale dei Monti Sibillini comprende le regioni Marche ed Umbria, è stato istituito nel 1993 e conta circa 13.200 residenti disposti nei vari comuni montani per una superficie totale di circa 70.000 ettari.
Le province interessate sono Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Perugia, i Comuni principali sono :Acquacanina, Amandola, Arquata del Tronto, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Fiastra, Fiordimonte, Montefortino, Montegallo, Montemonaco, Norcia, Pievebovigliana, PieveTorina, Preci, SanGinesio, Ussita, Visso.

Per convenzione il Parco Naturale viene diviso in 4 versanti denominati “Versante Fiorito”, “Versante Storico”, “Versante Sacro” e “Versante Magico”.

Versante Fiorito: Interessa i Comuni di Acquacanina, Bolognola, Cessapalombo, Fiastra, Fiordimonte, San Ginesio. Versante caratterizzato dalle fioriture primaverili e dalla particolare disponibilità di acqua. Tra le specie floreali: Orchidee, Liliacee, Fritillaria dell’Orsini, Narciso, Astro Alpino.

Parco Naturale Monti Sibillini_massiccioVersante Storico: Interessa i Comuni di Castelsantangelo sul Nera, Pievebovigliana, Pieve Torina, Ussita, Visso. Territorio ricco di Castelli e Torri di Vedetta attraverso i quali gli abitanti hanno cercato di difendersi dagli attacchi dei Saraceni.

Versante Sacro: Interessa i Comuni di Norcia e Preci. Il riferimento principale è Norcia, patria di San Benedetto patrono d’Europa. Uscendo dal centro storico di Norcia si consiglia di soffermarsi sullo straordinario panorama offerto dal PianGrande di Castelluccio.

Panorama Parco Naturale Monti SibilliniVersante Magico: Interessa i comuni di Amandola, Arquata del Tronto, Montegallo, Montefortino, Montemonaco. Tra le numerose ed antichissime leggende legate al Parco Naturale dei Monti Sibillini, da sempre legati a racconti di carattere esoterico, spicca quella della Sibilla, la misteriosa profetessa che viveva in una grotta dell’omonimo monte. Ricco di mistero è anche il Lago di Pilato il cui nome deriva dalla leggenda che vuole il corpo del procuratore Romano trascinato esanime fin dentro le sue acque. Il Lago di Pilato dei giorni nostri è noto per dare vita ad una particolare specie di crostaceo unico al mondo (endemico) il cui nome è Chirocephalus Marchesonii. Nuota curiosamente con il ventre rivolto verso l’alto, raggiunge lunghezze comprese tra 9 e 12 mm ed è di colore rosso corallo. Depone le uova sulla sponde del lago che si schiudono nei periodi piu’ caldi dell’anno. Il percorso che porta al lago di Pilato è tra i piu’ frequentati dai turisti.

Maiali nella Nebbia di Enrico Gentili
Maiali nella Nebbia

Domenica 20 aprile, alle ore 11, organizzato dall’Associazione Club Wigwam Turismo e Ambiente Agritur-Aso, si svolgerà presso la Country House La Scentella di Petritoli la presentazione del bel romanzo di Enrico Gentili di Montegiorgio “Maiali nella nebbia”.

A seguire Alberto Vito, Psicologo presso l’Ospedale Cotugno di Napoli ci racconterà la sua esperienza di “bookcrossing in corsia”, un’esperienza di psicologia ospedaliera.

Infine, Roberto Ferretti, presidente dell’Associazione Agritur-Aso, illustrerà il progetto di “Bookcrossing nella Valdaso”.

Come tutte le iniziative della Scentella anche questa sarà accompagnata da una proposta enogastronomica a tema che per questa occasione sarà incentrata, ovviamente, sul maiale.

Maiali nella Nebbia di Enrico GentiliCome si legano questi temi all’interno di una manifestazione cultural-mangereccia organizzata da una Associazione Culturale orientata a promuovere il territorio piceno-fermano e della Valdaso in particolare? “Maiali nella nebbia” è un romanzo bellissimo scritto da Enrico Gentili di Montegiorgio il quale racconta la storia di una famiglia montegiorgese che riuscì a fondare negli anni ’50 una società di “porchettari” che per 15 anni ebbe un ruolo importante nel commercio di maiali in tutta Italia. Il racconto, acuto e intelligente, ironico e autoironico, ci parla delle Marche, del fermano in particolare, con il suo dialetto, con le sue figure picaresche, con i suoi luoghi, con le situazioni a volte drammatiche a volte comiche, perfino con le sue “bestemmie”.

“Bookcrossing in corsia”, invece, è la bella esperienza di psicologia ospedaliera di cui è protagonista Alberto Vito, un napoletano verace che da anni è innamorato delle Marche, dove viene spesso per lavoro (fa supervisione ad Ancona in una scuola di Psicoterapia Familiare), e della Scentella. Che cos’è il Bookcrossing e in che consiste il Bookcrossing in corsia? “Il BookCrossing anche noto come BC , giralibri, liberalibri, Libri liberi, Libri in libertà, consiste nella pratica di una serie di iniziative collaborative volontarie, e completamente gratuite, che legano la passione per la lettura e per i libri alla passione per la condivisione delle risorse e dei saperi. L’idea di base è di rilasciare libri nell’ambiente naturale compreso quello urbano, o “into the wild”, ovvero dovunque una persona preferisca, affinché possano essere ritrovati e quindi letti da altre persone.” (fonte: Wikipedia) In che consiste il Bookcrossing in corsia, realizzato nell’A.O. Cotugno di Napoli dall’Unità Operativa di Psicologia? “Bookcrossing in Corsia” ogni giorno, si regalano i libri ai pazienti dell’ospedale, come gesto di cortesia, proponendo di entrare nel circuito del Book-Crossing e di viaggiare nel cyberspazio, per rendere meno stressante il ricovero ospedaliero, per rispettare la nostra vita quando transitiamo per la malattia, per re-INNOVARE la relazione medico-paziente. un libero scambio tra “dentro e fuori”, tra territorio ed ospedale; si regalano libri per i degenti, si ricevono racconti dai pazienti. Una straordinaria occasione di incontro tra le persone che vivono l’ospedale, veicolata dal piacere della scrittura e non dalla patologia.

Bookcrossing nella Valdaso

Il lancio del Bookcrossing nella Valdaso, all’interno delle sei strutture agrituristiche tra Ortezzano e Petritoli (Vecchio Gelso, La Casa degli Gnomi, Verdi Colline, Villa Cru, Colle Indaco e La Scentella) costituisce il legame tra le due proposte della giornata: Il libro “Maiali nella nebbia” e “Bookcrossing in corsia“. Infatti “Maiali nella nebbia” sarà il primo libro registrato di cui disporrà la piccola biblioteca di ogni singola struttura che verrà offerto agli ospiti, italiani e stranieri, i quali possono leggerlo durante la vacanza e portarlo con sé per donarlo ad un loro conoscente-amico-parente o abbandonarlo in un luogo pubblico. Lo scopo dell’iniziativa è quello di “rilasciare” agli ospiti una serie di libri dedicati specificamente al piceno-fermano e alla Valdaso in particolare, allo scopo di far conoscere il nostro territorio ovunque. I libri possono essere letterari, poetici, storici, artistici, etnografici, culinari, ecc. purché riferiti al nostro territorio. Coloro che entreranno in possesso del libro, nei paesi di origine dei turisti ospitati dalle nostre strutture, devono comunicare all’e-mail riportato nella spiegazione del gioco, (in questo caso sarà l’e-mail dell’Agritur-Aso) per conoscere il percorso che farà ogni libro rilasciato. Se una persona che ha letto il libro e vuole conoscere i posti che descrive chiederanno ospitalità alle nostre strutture, potranno beneficiare di uno sconto. Per rendere possibile il gioco si chiede alle amministrazioni comunali, provinciali, alle fondazioni bancarie, alle case editrici locali e ai privati di donare almeno sei copie (una per ogni struttura, dei libri che parlano del nostro territorio). Per la degustazione enogastronomica è previsto, come al solito, “l’Obolo di Aristippo”.